Tra salmi e canti, strada e servizio, un CFM R/S in Abruzzo da ricordare

Si è concluso l’8 settembre 2018 il CFM R/S della nostra regione.

Come spesso accade, molti allievi sono arrivati da fuori regione, ed il campo è stato occasione di incontro e condivisione di esperienze. L’Abruzzo offre sempre scorci suggestivi, luoghi che fondono storia e spiritualità, rendendo la strada un’esperienza unica ed allo stesso tempo magica.

Qui di seguito vi proponiamo qualche riga da qualcuno degli allievi del campo, per condividere un pezzetto di emozioni vissute insieme a loro. Saranno aggiunti i racconti che arriveranno, man mano che li riceveremo.

Eleni: “Difficile scrivere in poche righe tutte le sensazioni provate al cfm. Prima di partire avevo tante paure. Paura di non essere all’altezza, paura di essere giudicata, paura di non trovarmi bene. Le paure sono passate abbastanza in fretta perché ti rendi conto subito che le persone che hai incontrato nel tuo cammino vogliono solo aiutarti a superare le tue paure, vogliono consigliarti e vogliono renderti più consapevole di quello che stai facendo. In pochi giorni si è creata una comunità cosa abbastanza complicata da poter creare in 5 giorni di campo e con persone così diverse tra loro. Sono tornata a casa più consapevole del mio ruolo di capo e di educatore grazie agli strumenti del metodo imparati.”

Vincenzo: “Premesso che sono di provenienza extra associativa mi sono innamorato dello scautismo e ho voluto imparare tutto e subito nel rispetto dei tempi ho fatto Cft, Cfm/eg, Cfa, un cam e un Cfm r/s . Quindi ho avuto modo di guardare e osservare i vari staff , ed ho riscontrato diverse peculiarità per ogni campo. Nel Cfm/RS che ho fatto a l’Aquila sono rimasto colpito dalla genuinità dei capi e dei cittadini Abruzzesi , dalla loro caparbietà al non arrendersi e al riuscire a metabolizzare i duri colpi ricevuti
Passando a i capi hanno saputo gestire egregiamente il Cfm ed hanno  avuto molta attenzione a cercare di far amalgamare subito il gruppo, facendo leva sulla loro grande genuinità e umiltà hanno saputo spiegare i concetti a tutti i partecipanti  dal più colto al più ignorante (per ignorante alludo a me stesso) riuscendo a coinvolgere tutti prediligendo un linguaggio paesano, i capi abruzzesi  nella loro grande semplicità hanno espresso quei concetti e quegli insegnamenti con il cuore ho visto e constatato in alcuni  momenti i capi campo Bollettini e Fileni ci parlavano e ci lanciavano messaggi con il “cuore fra le mani” , per me è questo il segreto degli abbruzzesi , il ” ❤ e la passione ” si il cuore, la passione e l’amore della propria terra, un Ruggero che con tutto il cuore e tanta passione ci ha spiegato la basilica di Collemaggio e le opere in esso contenuto , un Orfino ( e collaboratori) che con passione e cuore hanno cucinato , uno staff intero che ci ha insegnato spiegato e ripetuto che nello scautismo prima di tutto ci vuole cuore e passione”

Martina: “Quando sei lì, da solo, la sera prima del campo di formazione, davanti alla tua uniforme e al tuo zaino poggiati sul letto, pensi che no, non hai voglia di spararti 500 kilometri per raggiungere degli sconosciuti rinunciando alla tua ultima e tanto meritata settimana di ferie. Ma poi parti perché c’è qualcosa di grande che ti spinge, una curiosità che si intensifica.
Come prima cosa, ti trovi a condividere il viaggio con altre 2 persone che, come per magia, fanno il tuo stesso lavoro da educatore e ti rendi conto di quanta bellezza c’è e quanta se ne prospetta per questa nuova avventura.
Arrivi al punto d’incontro; tante facce diverse, tante età diverse e modi diversi di approcciarsi all’altro. Ma dove sono finita? Ce la farò ad adattarmi in così poco tempo a tutte le sfaccettature degli altri? E chi sono questi formatori che dicono di sapere cose di me? Tante domande e altrettante paure.
Ma una risata fragorosa rompe il silenzio. È il don che ha deciso di iniziare così, con gioia pura, e butta via in un lampo tutti gli imbarazzi! Ci si mette un fazzolettone viola al collo, si inizia a giocare, si inizia a ridere, si inizia a conoscere. Eh sì.. la cosa che ci accomuna è voler conoscere l’altro e quella cosa ai molti sconosciuta che è il METODO. Siamo tutti lì per questo: conoscere il mitico Metodo. Fascicoletto che abbiamo tutti nel comodino o sulla mensola della nostra stanza ma che è complesso da capire, da leggere. E allora perché non sperimentarlo?? Ecco, inizia il gioco.
In questi giorni di CFM abbiamo vissuto e sperimentato il metodo  vivendo delle avventure incredibili, mettendoci a nudo davanti ai nostri limiti e lo abbiamo fatto tutti per l’amore immenso che proviamo per quei ragazzi di cui ci prenderemo cura quest’anno. Ci siamo messi nei loro panni da 17enni, siamo partiti per hike, abbiamo fatto servizio, abbiamo costruito una comunità e abbiamo cercato Dio nelle crepe delle case distrutte dal terremoto, in quelle ricostruite e lo abbiamo trovato negli occhi dei nostri compagni nei foglietti in cui abbiamo scritto le nostre preghiere, nell’amore e nella cura che ci ha abbracciati.
Da questo CFM torno cresciuta, ma soprattutto consapevole di essere stata amata immensamente in quei 5 giorni. Ed è quello che voglio portare a casa: l’amore che voglio trasmettere ai miei fratelli scout più piccoli.”

Francesco M.: “Volevo dire la mia sul CFM svolto… Le emozioni che mi ha suscitato, devo essere onesto, non le trovavo più da molto tempo. Sarà che mi sono ambientato bene, ero in ottima compagnia, ed ero interessato agli argomenti trattati… Ho avuto la sensazione di aver trovato “il mio posto”, con il fazzolettone al collo. L’Abruzzo ha risvegliato in me il senso di avventura, la gioia nel guardare il tramonto tra gli Appennini; mi ha colpito la spontaneità della gente, quel sano sentimento di “bene comune” che si sta perdendo.
Ma soprattutto ho trovato degli SCOUT VERI, delle persone disponibili che si divertivano facendo un servizio per gli altri. Non ci saranno mai abbastanza ringraziamenti per ciò che mi avete dato. O forse sì, il sorriso dei  ragazzi che mi sono stati affidati, ai quali proporrò le attività che li faranno crescere.
Vi voglio davvero tanto bene,

Scoiattolo pasticcione”

 

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