Dico a te, proprio a te

 

<<… prometto sul mio onore di fare del mio meglio…>>

Durante il campo invernale è stato chiesto ai ragazzi di scrivere su un foglietto una loro promessa, da fare a qualcun altro o semplicemente a se stessi, in forma del tutto anonima.

Tra tutti, ne spunta uno che subito colpisce: “ti prometto di ascoltarti”.

Ai più questa frase, letta ad alta voce, potrebbe suonare male, risultare grammaticalmente scorretta. E saremmo subito pronti a giustificare il piccolo errore della ripetizione con le solite frasi che ripetiamo a noi stessi e ai nostri ragazzi “è l’età”, “una svista”, “può succedere”.

Forse, se li ascoltassimo meglio, se ci ascoltassimo meglio, scopriremmo che molti errori che noi capi cerchiamo di nascondere sotto il tappeto della perfezione, in realtà non esistono.

Mi piace pensare che non ci sia alcun errore: io, prometto a te, di ascoltarti. E dico a te, proprio a te. Nessuna ripetizione, solo un rafforzare un concetto.

Prometto di ascoltare le cicale la sera mentre torno in tenda, le risate della mia squadriglia, e lo scoppiettìo del fuoco.

Di ascoltare le corde della chitarra e dare loro voce, le parole che mi vengono lette, e il fischio del quadrato.

Di ascoltare migliaia di bans, provando a ricordarli tutti.

Di ascoltare il vento tra gli alberi, la pioggia incessante, e il silenzio delle stelle.

Prometto di ascoltare “il rumore delle onde del mare ed il canto notturno dei mille pensieri dell’umanità”.

Prometto di ascoltarti quando ricevo un richiamo, e prenderne consapevolezza. Di ascoltarti quando mi fai un complimento, e provare a crederci per una volta.

Di ascoltarti quando fischi quadrato e farmi trovare pronto; ascoltarti quando mi dai indicazioni per seguirle al meglio; ascoltarti quando spieghi un nuovo gioco per divertirmi ancora di più.

Di ascoltarti quando parli, nonostante spesso l’irriverenza dei miei anni prende il sopravvento e non me lo concede. Di ascoltarti quando mi insegni, e poi mi lasci fare.

Prometto di ascoltare le mie gambe, quando iniziano a farsi pesanti con gli scarponi ai piedi e concedere loro qualche minuto di tregua.

Di ascoltare la mia testa quando frena il mio impulso. Di ascoltare il mio fiato, quando ne rimango senza davanti al tramonto. Di ascoltare le mie paure, e dare loro spazio e tempo per essere superate.

Di ascoltare il mio cuore battere forte e salvarne i momenti.

Dal canto mio, prometto di ascoltarti, caro esploratore e  cara guida, quando con gli occhi scruti dentro di me e mi riempi di domande che non sai se avrai il coraggio di fare. E io non so se saprò rispondere. Prometto di ascoltare il tuo silenzio e provare a comprenderlo. Prometto di ascoltare ogni tuo bisogno, e provare ad essere una persona migliore per te e insieme a te.

Ti prometto di ascoltarti.

Quanto a me, mi prometto di ascoltarmi. Quando torno a casa e le mie gambe sono stanche, la mia mente sembra svuotata dalla fatica, prometto di ascoltare il mio cuore pieno.

Se provassimo a leggere questo semplice foglietto cambiando punto di vista, scopriremmo la bellezza di un ingenuo insegnamento: ascoltare, ascoltarti, ascoltarsi.

Lo attacco qui, sopra il giglio, sul lato del cuore.

Leoncino Generoso

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