Chiedetemi perché lo faccio.

A volte ti chiedono: perché lo fai? La risposta non è mai semplice, e spesso non può essere espressa in poche, semplici parole.
Oggi l’ennesima persona me l’ha chiesto, e la risposta è stata una fotografia. Non posso mostrarla qui in chiaro, perchè è il volto sorridente di una lupetta “speciale”, che il Signore ha voluto donare al mio cammino.
La felicità che leggo nel suo sguardo è la forza per il passo successivo. La gioia dei lupetti che, tornando a casa, vedono il mondo con occhi diversi: è quello che spinge i miei passi.

Sono egoista. Perché lo faccio per essere felice.
Sono egoista, perché so che se non lo facessi la mia vita sarebbe priva della gioia dei piccoli che porto a Cristo.

Sono folle, perché so che un piccolo errore con un lupetto può cambiargli la vita in peggio. Perché uno sguardo o una sgridata al momento sbagliato potrà allontanarlo per sempre dalla mia strada.
Sono folle perché comunque ci provo, prendo il rischio; perché sono convinto che la gioia che posso portare nella vita di un fratellino o di una sorellina non può rischiare di restare in uno scrigno.
Sono folle, perché amo il mio servizio anche oltre il rischio di danneggiare la mia famiglia.

Sono matto, matto d’amore per i ragazzi ed i bambini che mi affidano.
Matto d’amore perché voglio che crescano sereni, capaci di fare e fare bene, capaci di cambiare il mondo con i piccoli ed i grandi gesti che solo donne e  uomini felici possono compiere.
Chiedetemi perché lo faccio. Vi risponderò con una foto.

Akela

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