Cambiamento sociale, nuove sfide educative. È su questi temi che i capi abruzzesi si sono trovati a condividere opinioni ed interrogativi, insieme alla psicoterapeuta Barbara Di Clemente, nel corso dell’Assemblea regionale Agesci di domenica 27 novembre 2016. Il riferimento che ha accompagnato la discussione è stato il libro “Quello che dovete sapere di me”, frutto di una ricerca che ha coinvolto circa 900 ragazzi tra i 30mila rover e scolte che hanno partecipato alla route nazionale 2014: nelle lettere anonime, si sono raccontati in completa libertà, facendo emergere quelle che sono le loro difficoltà ma anche i loro punti di forza. Tra le righe è possibile rintracciare tutto ciò che i giovani vivono e sperimentano sulla propria pelle, le difficoltà, la fatica, le crisi, ma anche il coraggio di diventare grandi. Siamo immersi in una società in continuo divenire, che accelera sempre di più i tempi e che rischia di farci perdere o sottovalutare delle tappe fondamentali nella crescita dei ragazzi. I giovani vivono spesso un disorientamento dovuto all’incertezza del futuro, alla difficoltà di comprendere la persona che vogliono essere; la fragilità porta al timore, ad una guerra interiore che mette in contrapposizione il proprio vero essere e ciò che gli altri si aspettano da loro. Bisogna, dunque, fare molta attenzione a scandire correttamente i tempi e a dare risalto ai cosiddetti “riti di passaggio”. Tra le righe, i ragazzi portano alla luce una problematica predominante di questa epoca: la mancanza di figure di riferimento. E allora, qual è la sfida educativa alla quale noi, i loro capi, siamo chiamati? L’ascolto. Saper comprendere i tempi e le esigenze dei giovani e mostrarsi adulti competenti, pronti all’ascolto e non al giudizio. I ragazzi, infatti, ci chiedono di essere ASCOLTATI e NON VALUTATI; questo è l’impegno, dunque, accompagnato alla capacità di sapersi mettere sempre in discussione.
(Noemi Trivellone)
(Foto di Giuliana Ronga)
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