Un palazzo nuovo terremotato de L’Aquila con appartamenti in vendita.
Questo è il “monumento all’imbecillità” che campeggia in bella vista per le via dell’Aquila, nei pressi della caserma-scuola della guardia di finanza.
Più volte si è detto come negli ultimi decenni, l’ingordigia edilizia abbia divorato tutte le
regole che definivano il disciplinare delle costruzioni in zone sismiche. Purtroppo sappiamo che realizzare una costruzione usando materiali giusti può fare una differenza anche del 30% sul prezzo dell’appalto. Il cemento, legato con acqua, sabbia e ghiaia, colato in mezzo ai tondini di ferro, da luogo al cemento armato. La differenza economica è data proprio dalla quantità dei singoli componenti. Più ghiaia o sabbia (magari di mare) e meno cemento… e il gioco è fatto! Le immagini televisive più volte ci hanno mostrato come case costruite negli anni 60 o 70 siano implose o si siano avvitate su se stesse. Ma questo non è stato l’unico male, si parla di costruzioni realizzate dove non avrebbe dovuto esserci nemmeno una capanna. Sembra che la casa dello studente sia stata costruita su un parete particolarmente in pendenza e le scosse del terremoto abbiano fatto scivolare l’edificio verso il basso. Ma qual è la logica di tutto questo? Speculazioni edilizie per costruzioni in zone impossibili, truffe per l’uso di materiali non idonei, corruzione per rilascio di abitabilità da parte di “penne amiche”…! Gli aquilani lo sanno; da questo nasce la loro e la nostra rabbia; una rabbia soffocata dai morti il cui numeratore corre verso quota 300.
È proprio vero che la speranza nutre il nostro futuro: nonostante la situazione, in una struttura di emergenza, è stata riaperta la prefettura e sono state avviate le inchieste che dovranno fare luce su questa assurda vicenda, accertando le responsabilità di tutti gli interpreti di questo triste capitolo della storia dell’umanità.
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