Primo cambio turno a L?Aquila, primi bilanci.

img_6894.jpgChi arriva…

Con l’arrivo delle nuove comunità R/S a Mosciano Sant’Angelo, venerdì 17 luglio, è cominciato il secondo turno di servizio alle popolazioni vittime del terremoto.
Sono arrivati 167 ragazzi appartenenti a 13 clan/noviziati provenienti da tutta Italia, da nord a sud, isole comprese.
Il clima presso il Convento di Mosciano è stato quello di sempre: voglia di lasciare qualcosa e il piacere di stare insieme.
Massimo Giancola (responsabile di zona AGESCI a L’Aquila) ha dato la sua testimonianza, molto toccante, da protagonista di quel tragico 6 aprile.

Monsignor Seccia, Vescovo di Teramo, ha portato il saluto e lo sprone per questo servizio, da parte di tutti i religiosi abruzzesi. Ha invitato, capi e ragazzi, a vivere questa esperienza come opportunità di crescita occupandosi degli altri. Esperienza che andrà riletta quotidianamente a casa propria, fra le mura domestiche e applicata tutti i giorni.
Seccia, nel definirli “Apostoli della speranza”, ha salutato i nostri ragazzi con il miglior augurio per un servizio ricco di umanità per chi dona e per chi riceve.
Dopo la consegna del mandato curata da don Franco (AE regionale), si è lasciato spazio allo "stare insieme". I momenti conviviali sono stati molto belli: la cena regionale (a base di prodotti tipici di ogni regione presente) ha visto la presenza sulla tavola di tutte le tipicità della nostra penisola. Danze tipiche e “scenette” dialettali hanno fatto da legante in un’atmosfera pregna di pathos.
All’insegna dell’aggregazione, capannelli di ragazzi si sono animati fino a notte fonda.

…e chi parte.

Con il “voooga” si è conclusa la settimana di servizio prestata dai clan/noviziati di Castel di Sangro, Imola 2 e Mestre Centro. Gli occhi dei ragazzi erano stanchi, ma pronti a esprimere allegria ad ogni occasione.
“Li abbiamo dovuti sradicare dalle tende uno ad uno!” così dice Omar, Capo Clan di Castel di Sangro appena arrivato presso la sede dell’Aquila 3 (punto di raccolta), “non volevano venir via”!
Questa è la sintesi di tutto un servizio, vissuto col cuore e fatto di passione. Il Castel di Sangro è stato presso la tendopoli di Pianola, dove sono ospitate circa 200 persone, con una decina di bambini e molti anziani. “Abbiamo capito cosa eravamo per loro” continua Omar, “solo quando abbiamo organizzato la festa di saluto l’ultimo giorno; una fiera paesana con i giochi semplici di una volta, compreso “ju zirè”, quella sera, gli anziani, sono stati calorosissimi”.
Forse un po’ di diffidenza iniziale verso quei ragazzi con i pantaloni corti e il fazzoletto al collo, hanno preoccupato i ragazzi che in questo modo temevano potesse svanire tutto il loro entusiasmo di donarsi; ma noi abruzzesi siamo così: abbiamo solo bisogno di un po’ di tempo per studiare le “facce nuove”. Una novizia di Mestre racconta di quanto si sia sentita apprezzata dagli anziani che le hanno raccontato la loro vita nella tendopoli, i loro trascorsi fatti di sacrifici e orgoglio per i figli e l’incredulità di ritrovarsi a parlare di ciò che in molti casi non c’è più.
Dopo i ringraziamenti del comitato regionale, i ragazzi sono tornati sulla loro strada… verso casa, con le ginocchia un po’ piegate, sì dalla fatica ma soprattutto dal peso di questo nuova esperienza che li ha segnati profondamente.

P.S. Per i ragazzi che hanno concluso i loro servizio a L’Aquila: se vi va di condividere le vostre emozioni, scrivete nei commenti di quest’articolo o a stampam@agesciabruzzo.org.

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