“No, non finiremmo mai di parlare di Gesù” così il Cardinale Bagnasco nell’apertura del Consiglio Permanente della CEI

Nell’ultima settimana si è svolto a Roma il Consiglio Permanente della CEI, tra i partecipanti anche uno dei Vescovi della nostra Regione, Monsignor Valentinetti, che proveremo ad avvicinare per conoscere le sue considerazioni.

Nel frattempo vi inseriamo un link per leggere per intero la Prolusione del cardinale Bagnasco nell’apertura del Consiglio Permanente della CEI.

http://www.zenit.org/article-35312?l=italian

inseriamo alcuni stralci:

[…] ci incontriamo all’inizio di un nuovo anno, che immaginiamo cruciale, riconoscendolo fin d’ora quale tempo di Dio, tempo speciale in cui Egli ci parla e ci conferma la sua volontà di salvezza verso tutti gli uomini. Il Vescovo, infatti, «dev’essere preso dall’inquietudine di Dio per gli uomini.

[…]

I fronti di crisi che più ci sgomentano, all’inizio di questo anno che ancora una volta il Papa ha voluto inaugurare nel segno della Pace, sono le situazioni di persecuzione in cui si trovano i cristiani, situazioni che in buona parte coincidono con i conflitti aperti in diverse nazioni, ma in parte si sviluppano anche là dove apparentemente non dovrebbero esserci motivi di tensione. Oltre ai luoghi ormai noti, emergono in Asia nazionalismi razziali che suscitano periodicamente furori intolleranti sotto gli occhi distratti dell’Occidente, che proclama sì i diritti umani ma poi sembra volerli applicare ed esigere con pesi e misure diverse. Bisogna aggiungere le frontiere incresciose dell’Africa: Nigeria, Kenya, Repubblica Democratica del Congo, Mali, in cui le ragioni degli attacchi si mescolano e i motivi pubblici delle violenze sembrano voler identificare il cristianesimo con il mondo occidentale. Eppure il Vangelo, ovunque si incultura, si fa costantemente accompagnare da esperienze di soccorso alle popolazioni, spesso le uniche riscontrabili in loco.

 […]

Un’altra parola, molto convinta, intendiamo riservarla alle popolazioni del Meridione, non da oggi vessate dalla malavita, i cui tentacoli ormai si allargano all’intero Paese. Dobbiamo vigilare, resistere, incoraggiare, denunciare, bonificare e recuperare: tutto in una chiave di educazione e promozione umana che è inseparabile dall’evangelizzazione.

[…]

La famiglia si è mostrata ancora una volta come l’elemento fondamentale per la coesione sociale delle diverse generazioni, la cellula primordiale e il patrimonio incomparabile su cui poggia la società. Per queste ragioni nulla può esserle equiparata, né tanto né poco. Né può essere indebolita da ideologie antifamiliari o simil-familiari, che vorrebbero ridefinire la famiglia e il matrimonio mutando l’alfabeto naturale e istituendo modelli alternativi che la umilierebbero alimentando il disorientamento educativo. Si sente dire che “dove c’è amore c’è famiglia”. Mi sembra un’affermazione suggestiva ma qualunquista, perché la coppia – per fare famiglia – oltre l’amore richiede anche altri elementi costitutivi: capacità, doveri e diritti, su cui la società conta e per i quali s’impegna.

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