Io la penso così…: Gino e il suo parere sulla Commissione Grandi Rischi

Tanti anni fa, quando ero un Piede Tenero, i miei capi iniziarono a spiegarmi i dieci punti della Legge Scout. Alcuni punti erano molto chiari, altri meno. Ma uno mi colpì particolarmente, perché era difficile per me, allora, capire tutte le situazioni in cui poteva applicarsi. E, devo dire, ancor oggi, che sono passati oltre 30 anni da quel momento, continuo a scoprire nuove sfumature in quel punto della legge. Parlo ovviamente del primo:

 La Guida e lo Scout pongono il loro onore nel meritare fiducia.

 Alcuni fatti di cronaca di questi giorni mi hanno portato a riflettere su altri casi in cui uno scout agirebbe secondo il primo punto, andando controcorrente.

 Immaginate di essere una persona di scienza. Nel corso della vostra carriera, vi offrono di far parte di un organismo incaricato di consigliare gli amministratori pubblici proprio sul vostro campo di ricerca. Come vi comporterete? Se vi chiedono qualcosa che la scienza ha oramai appurato (ad esempio che due corpi si attirano in maniera proporzionale alle rispettive masse), proverete a spiegare queste conoscenze scientifiche in maniera il più comprensibile possibile. Se vi chiederanno qualcosa che è notoriamente impossibile (ad esempio il moto perpetuo), spiegherete che è impossibile. E se vi chiedono qualcosa su cui la scienza, ad oggi non ha una risposta (ad esempio come ci si vaccina contro l’AIDS), riferirete che purtroppo al momento non si sa come fare. È questo l’unico modo per dimostrare che siete degni della fiducia di chi vi ha nominato, che questa fiducia l’avete meritata. Ne va del vostro onore.

E se qualcuno vi chiedesse di dire cose diverse, vi rifiutereste di farlo per lo stesso motivo. Anzi, denuncereste questa persona, perché se si chiede di mentire sulla scienza lo si può fare solo per motivi vergognosi.

 Abbiamo tutti avuto sotto gli occhi, invece, l’esempio di un gruppo di persone (nessuno dei quali legato allo scautismo, che io sappia) che, riunitisi in commissione, dovendo consigliare la protezione civile e gli amministratori locali abruzzesi, hanno fatto affermazioni mirabolanti ma assolutamente non supportate dalle conoscenze attuali; anzi, totalmente in contrasto con ciò che la scienza e la tecnica ci dicono oggi.

Parlo, ovviamente, della Commissione Nazionale per la Previsione e Prevenzione dei Grandi Rischi. Si tratta di una commissione che ha lo scopo di consigliare gli organi di protezione civile (il direttore nazionale P.C., gli assessori alla protezione civile, i sindaci) su tutte le tematiche relative ai rischi, alla loro previsione (se possibile) ed alla loro prevenzione. Lo scopo della commissione finisce lì; non ha alcuna funzione di informazione al grande pubblico.

Nonostante questo, qualcuno chiese ai membri della commissione di fare un “evento mediatico” per lanciare alcuni messaggi, totalmente antiscientifici. Uno scout, proprio per il primo punto della legge, si sarebbe rifiutato. Gli sventurati risposero. Qualcuno di loro, probabilmente, non sapeva che la riunione era stata preordinata dall’alto. Nonostante questo, comunque contribuirono con affermazioni antiscientifiche, o tacendo quando loro colleghi facevano affermazioni antiscientifiche.

Nel corso di questa riunione, ad esempio, sono state fatte queste affermazioni.

1) la situazione è favorevole

2) le continue scosse stanno scaricando la faglia, riducendo il pericolo

3) le scosse saranno difficilmente in grado di causare danni alle strutture.[1]

La prima affermazione è palesemente falsa; se la sismologia non è oggi capace di prevedere i terremoti, non può neanche prevedere che la situazione sia favorevole. È come dire “non posso prevedere se Romney vincerà le elezioni, ma posso prevedere che Obama le perderà”.

La seconda affermazione non ha basi scientifiche, ed è stata addirittura smentita da uno degli stessi condannati, durante le indagini.[2]

La terza, invece, più che alla sismologia fa riferimento all’edilizia. Ma è sotto gli occhi di tutti come le scosse (perfettamente in linea con quelle che ci si poteva aspettare) abbiano fortemente danneggiato le parti strutturali di tantissimi edifici. Così come è noto che numerosi studi fatti in tempi non sospetti, come ad esempio il Rapporto Barberi, inviato nel2001 atutti gli enti locali, descriveva con lucida precisione i danni che un terremoto avrebbe potuto fare a tutti gli edifici strategici italiani, ivi compresi quelli aquilani. E, guarda caso, Barberi era presente alla riunione, ma non si è preoccupato di smentire quella dichiarazione infondata.

 Sfortunatamente, decine di persone (almeno 29) hanno prestato ascolto a queste insensate rassicurazioni, abbandonando le normali norme di precauzione raccomandate sia dalla saggezza popolare che dalla sismologia,[3] come ad esempio l’abbandonare per qualche ora gli edifici dopo una forte scossa.

 In generale, la stessa commissione ha (secondo l’accusa) eseguito con colpevole negligenza tutti i suoi compiti, trascurando di considerare il rischio esistente. Ad esempio, nel 1997, Boschi e Barberi stimarono il numero di morti possibili a L’Aquila fra le 4000 e le 14.500 persone.[4] Boschi e Barberi erano entrambi presenti alla riunione, ma non hanno ritenuto opportuno citare questo risultato! Sicuramente, la riunione non ha trattato con la dovuta preoccupazione un rischio che poteva portare alla morte di così tante persone…

 Prima che qualcuno dica che tutti gli scienziati sono con Boschi e complici, io vorrei ricordare come gli stessi sono stati smentiti da almeno un gruppo internazionale di scienziati che si occupano di rischio sismico, l’ISSO (International Seismic Safety Organization). Quest’organizzazione ha infatti scritto una lettera al Presidente della Repubblica molto ben dettagliata e circostanziata per spiegargli come la sentenza aquilana in realtà difende la scienza.[5]

 Questa vicenda ci conferma che seguire la Legge Scout non è solo una questione che riguarda l’ambito personale di ciascuno di noi. Ogni nostra azione, potenzialmente, può influire anche sulla vita di altre persone. Sta a noi far si che tale influenza sia per il bene, e non per il male.

 Si potrebbe poi proseguire il discorso parlando di come anche molta stampa abbia dimostrato di essere poco degna di fiducia, riferendo che queste persone sarebbero state condannate solo per non aver previsto un terremoto (cosa notoriamente impossibile per la sismologia moderna), quando la condanna è proprio per aver fatto rassicurazioni e previsioni scientificamente infondate.[6] O si potrebbe parlare della fiducia sicuramente non meritata di chi ha appoggiato forniture di isolatori sismici inadeguati ed insicuri.[7]

 Quando B.-P. ha scritto questo punto della legge, forse aveva anche in mente il concetto di “accountability”, tipico della cultura anglosassone, e sconosciuto da noi, tanto che non c’è in italiano un termine realmente coincidente. Il concetto è che ognuno deve essere chiamato a rendere conto di ciò che ha fatto mentre ricopre un incarico. Che è l’esatto opposto di quello che accade da noi, dove chi ricopre un incarico pubblico è sempre pronto a pretendere privilegi, vitalizi, e quant’altro, senza quasi mai svolgere con pieno senso del dovere ciò a cui è stato chiamato.

 Una volta B.-P. disse che uno scout è una persona passabile in un salotto, ma indispensabile nell’emergenza. Oggi scopriamo che chi segue la Legge Scout è anche una persona indispensabile nella preparazione per difendersi dalle emergenze. Ma se il nostro motto è “Be Prepared”, un motivo ci sarà.

 Gino Lucrezi


note:

[1] “le registrazioni delle scosse sono caratterizzate da forti picchi di accelerazione ma con spostamenti spettrali molto contenuti di pochi millimetri e perciò difficilmente in grado di produrre danni alle strutture” (Calvi)

[2] Lo stesso Dolce, nell’interrogatorio davanti al PM, ha dichiarato: <<Dissento fortemente dal concetto che la sequenza sismica scaricava energia e che quindi era da interpretarsi come segnale favorevole. E’ una proposizione scientificamente errata.>>

[3] Vedi ad esempio: van Stiphout, T., S. Wiemer, and W. Marzocchi (2010), Are short-term evacuations warranted? Case of the2009 L’Aquila earthquake, Geophys. Res. Lett., 37, L06306, doi:10.1029/2009GL042352.

[4]  «La vulnerabilità del patrimonio edilizio è così elevata che sono possibili ancora nel futuro eventi catastrofici di enormi dimensioni. Nella città dell’Aquila, per citare un esempio, il numero delle vittime in caso di ripetizione del massimo terremoto storico sarebbe di 4.000-14.500. Siffatta previsione di stima dei morti è, verosimilmente, il frutto della combinazione degli elementi di pericolosità, vulnerabilità, esposizione sopra analizzati».
Da: «Difendersi dai terremoti: la prevenzione sismica in Italia», 1997, di Franco Barberi ed Enzo Boschi.

[5] http://www.meteoweb.eu/2012/11/processo-terremoto-laquila-scienziati-di-tutto-il-mondo-scrivono-a-napolitano-sentenza-giusta/163235/

[6] Dalla memoria del PM: << L’intento, quindi, non è quello di muovere agli imputati, a posteriori (cioè a terremoto avvenuto), un giudizio di rimprovero per non aver previsto la scossa distruttiva del6 aprile 2009 o per non aver lanciato allarmi di forti scosse imminenti o per non aver ordinato l’evacuazione della città; l’intento è invece quello di analizzarne la condotta, nella qualità contestata, alla data del31 marzo 2009, alla luce delle prescrizioni di legge e sulla base dei dati storici, statistici e scientifici a quella data disponibili e a loro noti.>>

[7] Vedi le ulteriori vicende giudiziarie di Dolce e Calvi, entrambi membri della commissione: http://ilcentro.gelocal.it/laquila/cronaca/2012/10/30/news/l-aquila-guerra-di-perizie-sugli-isolatori-sismici-l-esperto-del-gip-quot-rivelate-molte-criticita-quot-1.5943499?ref=search

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