Iniziati sabato i turni R/S per il servizo a L’Aquila

img_6876Sono iniziati ieri, con l’accoglienza al Convento SS.mi Sette Fratelli Mosciano S. Angelo (TE), i “Campi di servizio nelle tendopoli de L’Aquila – Progetto Ju Zirè”. Il convento di Mosciano Sant’Angelo è stato recentemente assunto a centro di spiritualità dell’AGESCI, grazie alla volontà di Mons. Michele Seccia, vescovo di Teramo-Atri. Mons. Seccia,

img_6864infatti, propose al Consiglio Nazionale dell’Agesci, tenutosi a San Gabriele nel marzo scorso, tale eventualità e il consiglio accettò.
Tale struttura gode di tante positività, come scrive don. Francesco Marconato (Ass. Ecclesiastico Generale): Il Convento di Mosciano Sant’Angelo è una struttura che gli scout abruzzesi già conoscono bene e che si è rivelata particolarmente adatta alle attività scout: a pochi passi dal paese, ben collegata con le autostrade, immersa nella pace e nel verde degli uliveti, con una meravigliosa veduta sull’Adriatico: davvero un luogo di fraternità e di spiritualità, con la possibilità di soggiornare in accantonamento o in tenda.
Un centro di spiritualità ideale, dunque, per tutti gli scouts che programmeranno un passaggio in questi luoghi.

Altre notizie su Mosciano Sant'Angelo

Il privilegio dei primi
Con l’arrivo delle prime comunità R/S, venerdì 11 luglio è iniziato il servizio nelle zone terremotate. Saranno impiegati circa 3200 R/S fino a metà settembre, in una turnazione settimanale che già dalle prossime settimane passerà a circa 200 e poi 400 ragazzi.
Com’era prevedibile nella settimana dal 1 al 8 agosto ci img_6865sono esuberi sensibili: si parla di 1200 richieste di iscrizione che evidentemente non potranno essere soddisfatte tutte.

I primi a prendere servizio sono arrivati al Convento entro le ore 16, come da programma, e sono le comunità R/S appartenenti all’IMOLA 2, CASTEL DI SANGRO 1 (AQ) e MESTRE CENTRO. In totale 39 ragazzi carichi di entusiasmo e voglia di rendersi utili.
I più lontani, i novizi di Mestre, sono partiti dalla propria città alle 9,20; Holiver De Toni (MdN) racconta del nome di questo noviziato: In alto mare. Diedero questo nome perché quando fu concepito, i ragazzi erano su di una zattera nella laguna veneta.
Sono in tutto 11 di cui 9 ragazze. Holiver: “sono ragazzi intimoriti, ma disposti a tutto pur di servire. Non sanno cosa li aspetta ma fremono per l’ansia!”.
Sul cartellone che andrà insieme agli altri a formare il “Libro del Servizio” i ragazzi di Mestre scrivono le loro paure, come quella di non riuscire a fare abbastanza per essere utili; oppure: non riuscire a lasciare nulla e non entrare in relazione con i fratelli terremotati; essere competenti. I loro desideri rispecchiano la fragilità del primo impatto: vorrebbero trasmettere ottimismo a chi ha perso tutto e riuscire a creare con loro cose nuove, utili e importanti per tutti.

Preghiera con Pierluigi Pistone (Capo scout e Seminarista a Chieti) Dagli Atti degli Apostoli (At9,1-19)
img_6868La chiamata che il Signore rivolge a tale Saulo di Tarso, attraverso l’imposizione delle mani di Anania, con le quali gli ridona la vista, è la chiamata per questo servizio. Anania aveva paura di entrare nella casa di colui che era il nemico giurato dei fedeli del Signore, ma Lui gli diede la forza e il coraggio di andare incontro al fratello. Fu così che Paolo volle essere battezzato divenendo Chiesa e quindi fratello di altri fratelli, parte di Gesù. Fratelli che rispondono ad altri fratelli nel modo più semplice. Come fece Anania anche noi metteremo da parte le nostre paure, donando il nostro servizio ai fratelli bisognosi.
Lo spirito di questa route di servizio è tutto in queste parole di Pierluigi che ha aperto gli occhi dei ragazzi verso uno scenario inimmaginabile: il POST-TERREMOTO.

Una testimonianza in diretta, quella di Ramon, IABZ R/S della zona di L'Aquila, scampato al terremoto.
“Nel cuore della notte, alle 3 e 32 del sei aprile venimmo svegliati violentemente da quello che dopo qualche attimo identificammo come TERREMOTO!”
Così comincia la cronaca della sua triste esperienza di img_6873quella notte, una notte che sicuramente lo ha segnato per tutta la vita. Fortunatamente, sotto le macerie, Ramon non ha perso parenti, ma molti affetti. Racconta le fasi concitate durante e subito dopo la scossa che ha ridotto la città in un paesaggio post bellico, con macerie ovunque.
“La prima sensazione: i calcinacci che venivano giù dal soffitto, con gli occhi ancora chiusi; la seconda: la bocca impastata dalla polvere delle macerie cadute”.
Oggi Ramon è da poco tornato a L’Aquila dove fortunatamente ha ancora un lavoro (Fisico nel Laboratorio del Gran Sasso) e dorme a casa di amici, protagonista anche lui come tutti gli aquilani della necessaria ricostruzione.
Il racconto della sua esperienza è stato il primo “schiaffo in faccia” che i ragazzi hanno ricevuto, catapultandoli in quel mondo che domani li vedrà in prima linea con le maniche rimboccate verso l’interno.

Il resto delle giornate è trascorso con un momento di formazione psico-sociale: consigli per le relazioni e attenzioni sulla comunicazione; a seguire la cena con il vescovo Mons. Spina e poi tutti a nanna con la possibilità di trovarsi per l’Adorazione.
Il mattino seguente i ragazzi hanno smontato le tende e sono partiti… 
                      …. alla ricerca di un tale chiamato Saulo di Tarso.

Traccia per la riflessione

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