Esami superati a pieni voti per l’inedito CFT

Sapore, calore, vapore,…. Queste sono le note che hanno accompagnato un bel piatto di cotiche e fagioli, proclamato il piatto per eccellenza della cena di apertura del CFT (Campo di Formazione per Tirocinanti) organizzato dalla zona di PE-CH per ben 24 giovani capi Abruzzesi. Il campo non peteva andare meglio di così, anche perché, avendo Saturno tra noi (un capo del Città S. Angelo 1), persino gli astri hanno giocato a nostro favore.

Dopo una cena ricca di tante cose buone, debitamente presentate con poesie e filastrocche, dove il dialetto ha avviamente avuto la meglio, il lauto convito si è trasformato in Mensa Eucaristica, durante la quale, dopo aver offerto ciascuno il proprio fazzolettone, il DON ci ha chiamati per nome e la nostra comunità si è colorata di arancio e si è messa subito sulla strada del nuovo percorso formativo sancito dal Consiglio Generale 2008! Il primo obiettivo dello staff è stato quello di verificare lo stato di sana e robusta costuzione di ogni tirocinante, ovvero giovane capo, nonché razza rara e in via di estinzione nel mondo dell’AGESCI. Seguendo i consigli del saggio Kaa, secondo i quali prima di intraprendere una “battaglia” è necessario verificare che ogni piede del proprio corpo sia in perfetto ordine di funzionamento, si dà il via ai controlli “medici” . Inoltre, come diceva un noto Primario, un certo Paolo di Tarso, è importante che tutti gli organi del proprio corpo cooperino al bene vicendevole
Ma l’equipe di medici ha bisogno di un chek-up veramente globale che coivolga ciascuno a 360°. Tutti vengono allora inviatati a guardarsi dentro, a riflettere sulla propria storia e sulle proprie scelte per poi condividerle insieme in un clima di fraternità. Ecco che ciascuno prende piena coscienza di essere arrivato al campo per fare l’educatore e si cerca così di tracciare il profilo del capo ideale. Qualche ricordo di BP e qualche figura bibblica come Giovanni Battista e Maria ci aiutano a capire quali sono le caratteristiche di un bravo educatore: compito arduo, apparentemente complicato, ma … niente paura! Subito ci si mette al lavoro, si definiscono i motivi fondanti del nostro fare educazione e, illuminati da magiche parole piovute dal cielo, ogni Comunità Capi sancisce il proprio PATTO non tanto diverso dal famoso PATTO ASSOCIATIVO del quale ne è stata sottolineata l’importanza con una “semplice” esegesi delle relative parti salienti. Ma un Patto è importante nella misura in cui tutti ne riescono a rimanere fedeli ed è sulla fedeltà che una giovane suora Brasiliana del Convento ha fatto la sua testimonianza che tutti abbiamo ascoltato con attenzione e commozione.
Fedeltà, Chiamata, Vocazione, sono parole che hanno risuonato spesso durante tutte le attività e che Don Dino ha più volte pronunciato per farci ben comprendere il motivo del nostro far parte di questa associazione. Intanto, il nostro percorso prosegue per incontrare qualcosa di veramente originale, ovvero gli splendidi elementi del metodo scout. La cosa si fa dura e sembra quasi che non ce la si posa fare, ma per fortuna si scopre che non siamo soli: lo staff, la zona e soprattutto la Comunità Capi sono pronti a partire insieme a noi come una navicella spaziale! Insomma, il sostegno non è certo mancato, come non è manacata la presenza di numerosi ospiti importanti, tra i quali ricordiamo l’attenta osservatrice Olive giunta nella ridente Città di Penne per “rifare l’AGESCI” prima che autodistrugga perché ha notato che da un po’ di tempo sé è perso quello stile di lavoro che ci ha contraddistinto per lunghi anni: quello di lavorare per progetti. Anche Olive è andata via pienamente soddisfatta, perché la gioia, l’entusiamo e l’intraprendenza di tutti gli allievi non hanno duluso niente e nessuno. Tutti, infatti, hanno dato il meglio di se stessi fino alla fine; tutti hanno maturato la consapevolezza che, in questo mondo che cambia, non bisogna fare altro che “GIOCARE IL GIOCO”.

Luciana Di Marco