Ricordiamo Gianni

Gianni ad un campo scout nel 1991
Il 4 aprile è tornato alla casa del padre Gianni Di Genova. Mi è stato chiesto di ricordarlo, ma non è facile. Io ho conosciuto solo alcune facce del suo impegno poliedrico, e dubito che qualcuno possa realmente dire di conoscere tutto ciò che Gianni ha fatto negli anni. Mi perdonerete, dunque, se parto dalle mie esperienze.

Per la mia generazione è stato un esempio dei più luminosi di capo. Non era nel mio gruppo, ma ci siamo incontrati spesso.

Il primo incontro fu nel 1987, Gianni è stato capo della mia Route d'Orientamento (all'epoca la ROSS si chiamava così), ed è stato la figura di punta in un grande staff.

Nel 1989 fu capo campo agli Alisei a Fraine (CH), dove c'erano 13 reparti, ed ebbi l'onore di gestire la sua cambusa. Non posso dimenticare come riuscì ad entrare subito nel cuore di così tanti ragazzi che non aveva mai visto prima. Quando alla cerimonia di chiusura oltre 500 ragazzi lo hanno salutato con la stessa canzoncina scherzosa che lo aveva accompagnato per tutto il campo, Gianni non riuscì a trattenere le lacrime.

Sempre mentre io ero Rover, organizzò spesso cantieri su temi legati
alla pace o alla cooperazione. Lo ricordo anche e soprattutto quando mi
metteva in crisi con idee che all'epoca non condividevo e spesso
nemmeno comprendevo appieno. Idee che lui ti presentava sempre con una
mitezza disarmante…

Poi, mentre io all'inizio degli anni '90 entravo in Comunità
Capi, lui seguiva un percorso inverso. Lasciava infatti un comodo posto
di lavoro alla regione per fare il maestro elementare. Non poteva
concepire, infatti, di fare un lavoro che non fosse immediatamente di
utilità per i bambini. Questo lo ha portato ad insegnare in varie
località fuori L'Aquila, e dunque ad avere meno tempo per lo scautismo,
che comunque non abbandonò.

Questi sono alcuni dei miei ricordi su Gianni. Ma ha fatto
molto di più. Gianni è stato uno di quei capi che prima con L'Aquila 4,
e poi con L'Aquila 1 dopo la fusione dei due gruppi, lasciò un segno
permanente con il proprio servizio. Parlo di quella stagione dello
scautismo aquilano che ci ha lasciato la Comunità XXIV Luglio. Si
tratta, nella definizione che ne danno loro stessi, di una “Comunità di
Handicappati e non”. Oggi, forse, ci può apparire quasi normale l'idea
di costruire un luogo di incontro dove non ci sono i “normali” che
generosamente fanno del bene per dei poveretti, ma dove tutti si è alla
pari, ci si aiuta a vicenda, si discute della società in cui viviamo, e
di come migliorarla. Vi assicuro che nel 1979 non lo era. E se oggi ci
sembra normale, è anche per merito di un rivoluzionario col sorriso
sempre pronto e che non alzava mai la voce.

Nella seconda metà degli anni '80 è stato responsabile di Zona,
ed in quel periodo si trovò a dover gestire situazioni complesse, come
quella del gruppo AQ5. Pur di salvarlo, ne fu capo gruppo per un anno,
anche se il tentativo fallì.

Negli anni successivi, la zona aquilana fu molto attiva a
livello regionale, grazie appunto ai tre "Gianni" che tutti ci
invidiavano.

Fuori dallo scautismo Gianni ha lasciato il suo segno in molti
modi, e non credo che riuscirò ad elencarli tutti. Sicuramente continuò
ad occuparsi della Comunità XXIV Luglio, perché non si abbandonano mai
le proprie creature. Si è impegnato anche nella politica attiva,
candidandosi alle elezioni comunali, ma soprattutto partecipando a
tanti movimenti di costruzione di una coscienza politica, sempre
guidato dalla sua forte fede, ma sempre convinto dell’importanza della
laicita` dello stato.

Era attivo nel Centro Servizi al Volontariato della nostra
provincia. Appena pochi giorni prima di morire, stava preparando un
progetto di cooperazione internazionale in Madagascar.

E proprio con questo progetto vorrei chiudere il mio ricordo.
Chi vuole contribuire, può farlo leggendo tutte le informazioni sul
sito del CSV:
http://www.csvaq.it/progetto-antsirabe/per-gianni-progetto-antsirabe
Li` c’e` anche un piccolo blog dove lasciare i propri pensieri e
ricordi su Gianni.

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