Così scriveva la giovane Sara, fra le righe di una delle sue poesie. Sara Biancone ci ha lasciato; la sua giovane vita, caduta sul selciato, è terminata in ospedale. Ieri, 26 dicembre, si sono svolti i funerali presso la Chiesa di San Giovanni ad Avezzano; intorno ai familiari si sono stretti tutti i ricordi di Sara: le amiche, la scuola, i professori, il gruppo scout: scene che non vorremmo vedere mai.
Alfredo, suo ex capo branco, ci dice di lei: Sara frequentava la terza media presso l’istituto Corradini di Avezzano, era una guida della squadriglia Cervi. Era entrata in Agesci dall’età di otto anni ed era innamorata della natura e delle stelle. Sognatrice entusiasta, più volte aveva chiesto ai capi reparto di prendere la specialità di Alpinista. Legatissima alla sorellina, lascia la mamma Donatella e il papà Luciano, sempre disposto ad assistere il reparto con i suoi mezzi di lavoro per trasportare il materiale nei vari campi estivi.
Federica racconta che Sara è stata la sua prima amica negli scout e a lei dedicò questa poesia:
L’Amico
l’amico è aria di montagna
da respirare a pieni polmoni.
Ma piano
Molto piano
Per sentirne tutta l’essenza.
L’amico è acqua di fonte
Da bere ad occhi chiusi,
ma non avidamente
così che piano
molto piano
la dolcissima frescura ti rimanga in gola.
L’amico è fuoco
Da goderne il calore
In una notte fredda
E piano Molto piano
Ti scaldi a poco a poco e,
chiudendo gli occhi guardi ancora la luce.
L’amico è terra salda
Su cui sdraiarti in silenzio
E piano
molto piano addormentarti senza paura di cadere.
Il suo animo gentile e sensibile la portò a scrivere una poesia dedicata ai “bambini mai nati”, un argomento difficile che lei ha affrontato con disinvoltura.
Con questa poesia vinse il “Premio di poesia Poeti-amo” riservato ai ragazzi delle scuole medie di Avezzano. Ve la riportiamo perché nelle sue strofe si legge anche quella che è stata la sua disgrazia.
Sarebbe stato bello se…
di Sara Biancone
Sarebbe stato bello se fossi nato,
se ti fossi ritrovato
a giocare in un prato.
Sarebbe stato bello se ti avessero colto,
come un piccolo fiore
da custodire e amare molto
Sarebbe stato bello se dal silenzio fermo ti avessero tolto,
la dove si udiva
solo il flebile battito del cuore,
la dove la morte è un piccolo fiore.
Sarebbe stato bello se avessi visto la luce,
ma nessuno ti ha ascoltato,
ti hanno rubato anche la paura
di avere una vita futura.
Resta il vuoto che lasci tra i fili d’erba spezzati,
rimane il dolore di cose che ignori
a rattristare di più i nostri cuori.