EPC AGESCI per L’Aquila: commento ai numeri

fabrizioCommento alla verifica finale dell’EPC sull’intervento AGESCI a L’Aquila del dopo-terremoto.

Con Fabrizio Talone – Incaricato regionale Abruzzo EPC

Allegato 1

Allegato 2

D-Fabrizio, qual è la tua prima impressione scorrendo queste tabelle?
R-Sicuramente la prima cosa che salta agli occhi è la percentuale bassa dei capi che hanno aderito al progetto rispetto al numero dei capi censiti. Certo la nostra regione rispetto alla media nazionale ha risposto egregiamente se consideriamo poi che i numeri si riferiscono solo a quelli che hanno svolto servizio a L’Aquila ai quali andrebbero aggiunti quelli che hanno svolto servizio nei paesi della costa, ma dei quali purtroppo non abbiamo un riscontro numerico.

D- L’AGESCI, secondo te, come ha reagito a questa chiamata
R – Guardando oltre i “numeri” anche in questo tragico evento l’associazione ha risposto in modo lodevole testimonianza di questo è l’altissima considerazione che hanno di noi i vari enti in questo caso il Dipartimento di Protezione Civile, ma ancora più importante l’effetto avuto sulla popolazione.

D – Concretamente, in che cosa ci siamo impiegati, oltre al servizio dei clan per il progetto "Ju zirè"?
R – Nella gestione diretta di una tendopoli (Cansatessa), la nostra presenza nei COM (Centri Operativi Misti) nonché con una postazione fissa presso la Di.Coma.C. (Direzione Comando e Controllo). La presenza di capi presso queste strutture dove il servizio da svolgere può sembrare “lontano da quello canonico” ha contribuito alla riuscita della nostro operato.

D- C’è stata una ricaduta sulla “chiamata” a questo tipo di servizio nella nostra regione? Sappiamo che la pattuglia regionale EPC si è costituita dopo l’emergenza.
R – Sicuramente ha “risvegliato” le nostre coscienze, ci ha dato una spinta nell’andare verso l’altro, ha consentito di riscoprire la voglia di credere nel valore del “servizio scout”. Sicuramente l’assenza del settore si è sentita soprattutto nella gestione delle risorse umane in quanto dall’analisi dei numeri si evidenzia come i capi della nostra regione sono stati molto presenti nelle prime settimane dall’evento per poi andare via via diminuendo. Sicuramente la presenza della pattuglia avrebbe permesso una migliore distribuzione delle forze. Inoltre, la presenza del settore avrebbe in determinate situazioni agevolato l’operato del settore nazionale.

D – Quali sono i progetti per la tua pattuglia?
R – La pattuglia come detto anche in assemblea sta lavorando, sfruttando ancora l’onda emotiva, per creare nel giro di 2 anni oltre alla pattuglia regionale anche le pattuglie di zona. Sicuramente 2 anni sembrano tanti ma per creare una struttura che possa rispondere in modo competente alle esigenze che dovessero verificare non sono molti. Nel corso di questi anni non mancheranno occasioni per fare formazione sia a livello di capi che di R/S attraverso le normali proposte educative. In definitiva al termine di questi 2 anni dovremmo arrivare ad una situazione di questo genere:
– Pattuglia regionale: composta dall’Incaricato + 4 (che sono i referenti delle zone);
– Pattuglia di Zona: 1 ref. Reg + 2/3 capi.
– Creazione delle prime Squadre EPC

Grazie Fabrizio, compliemti per il lavoro svolto e buona strada!

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