Assemblea regionale di primavera…. ma non troppo!

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"Sperare non significa guardare oltre, oltrepassando tutte quelle difficoltà e miserie umane che impediscono la realizzazione di una società giusta.
Sperare significa non arrendersi, lottare per il bene.
La speranza per un Cristiano è la fiducia che il bene e il buono possano realizzarsi."

 

varie_assembleaProfondamente caratterizzata dalle vicende legate al terremoto, l’assemblea ha avuto ospite Gianni Pappalepore.
I capi meno giovani lo ricorderanno come scout particolarmente impegnato in un susseguirsi di incarichi dalla zona alla regione e comunque sempre al fianco dei disabili, testimoniando la scelta scout vissuta intimamente ed esteriormente, verso gli altri.
Nel suo intervento, Luigi ha ribadito quanto sia stata importante la presenza dell’AGESCI a L’Aquila nei giorni del dopo terremoto, raccogliendo gli apprezzamenti positivi degli aquilani nei confronti dell’associazione. “Nei giorni scorsi, quando mi sono soffermato sul cosa dire oggi, mi sono reso conto di quanto sia difficile parlare da aquilano ai non aquilani”.
Queste le parole che Gianni ha usato per spiegare il terremoto vissuto nella solitudine e nella disperazione di chi, dopo aver perso gli affetti e la “materia” si è trovato anche senza riferimenti sociali. "Il terremoto non è stato solo il dover ricostruire le case, riaprire le scuole, rimettere in piedi le attività produttive, il “nostro” terremoto è stato anche quello che ha rotto il filo della certezza. Noi"  ha continuato Gianni, "siamo amministrati e gestiti per gran parte delle nostre necessità; i più anziani, dicono che è come nel dopoguerra, quando tutte le catene erano rotte e tutto era precario”. Ad una tranquillità organizzata delle tendopoli ha fatto da contraltare il dramma vissuto dagli aquilani mandati sulla costa, trasferimento che presto è diventato un esilio, persone che si sono trovate sole e isolate. Per Gianni L’Aquila oggi non è più una città ma una enorme periferia; non c’è più il centro storico, fondamentale ritrovo certo, con funzioni di aggregazione e vita sociale che oggi sono compromesse, creando delle profonde crisi di identità. Tutto questo degrado provoca tensioni sociali che lasciano il segni più profondi sui giovani che si aggirano erranti in luoghi massificati e privi di valori positivi. Anche le difficoltà della ricostruzione pesano sulla stabilizzazione; “Pensate – ha detto Gianni – che a L’Aquila ci sono 37000 case classificate con la lettera “A” (bisognose di ristrutturazione), ma solo 2700 hanno ricevuto i fondi necessari per iniziare i lavori e ancor peggio, delle decine di migliaia di case classificate “E” solo 216 hanno avuto gli indennizzi. Ma non basta: circa 2000 esercizi commerciali non riescono a riaprire perché non hanno avuto supporti economici. Purtroppo i trentadue libri fino ad oggi sul terremoto non parlano di queste cose e senza risolvere questi problemi sarà impossibile tornare a volare. Con l’aiuto del Signore mi sono soffermato a riflettere sulla donne e l’uomo del terremoto e pensiamo a quante volte è stata distrutta Gerusalemme e come i suoi abitanti sono stati capaci di ricostruire. Come disse Pietro: “Siamo eletti e Pellegrini”. Tutto ciò che accade sta gettando la nostra città in una condizione di totale laicità." Gianni Pappalepore ha concluso il suo intervento con una citazione di Giorgio La Pira, tratta dal discorso che il Sindaco Santo, tenne a Firenze nell’ottobre 1955 al convegno dei Sindaci di tutto il mondo: "Le città hanno una vita propria: hanno un loro proprio essere misterioso e profondo: hanno un loro volto: hanno, per così dire, una loro anima ed un loro destino: non sono cumuli occasionali di pietra: sono misteriose abitazioni di uomini e più ancora, in certo modo, misteriose abitazioni di Dio: Gloria Domini in te videbitur. Non per nulla il porto finale della navigazione storica degli uomini mostra, sulla riva dell’eternità, le strutture quadrate e le mura preziose di una città beata: della città di Dio! "

Il Progetto Regionale: COSTRUIRE IL FUTURO SFIDANDO IL PRESENTE
All’assemblea aquilana è stato anche approvato il nuovo progetto regionale. Articolato su quattro sfide sulle quali la nostra regione dovrà prepararsi: AMBIENTALE, EDUCATIVA, ECONOMICA e SOCIO-POLITICA (scarica le linee di indirizzo del Progetto Regionale)
Monsignor D’Ercole(http://www.archivio.raiuno.rai.it/schede/9001/900171.htm), Vescovo ausiliare dell’Aquila, ha però invitato i capi dell’ AGESCI Abruzzese a considerare una quinta sfida, quella Religiosa. Durante l’omelia della Santa Messa celebrata nella Chiesa di San Francesco a Pettino.
Per il Vescovo il Progetto Regionale appena varato rappresenta la vera fotografia di oggi in tutte le dimensioni. Quella Religiosa (vera emergenza dei nostri tempi), per Monsignor D’ Ercole, è da considerarsi una sfida trasversale alle altre, perché, ha affermato il Vescovo: “Per L’Aquila, il bisogno più profondo è di natura spirituale. Si può ricostruire una casa, ma non l’uomo che vi abita se non si saranno risanate le proprie coscienze. Come? Andando alla sorgente di ciò che il senso alla nostra vita: la CONVERSIONE. Lasciamo che Dio guidi la nostra esistenza senza paura, come disse Giovanni Paolo II agli scout durante la route nazionale ai Piani Di Pezza il 9 agosto 1986 (http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/speeches/1986/august/documents/hf_jp-ii_spe_19860809_piani-di-pezza_it.html ): "Non abbiate paura, aprite le porte a Gesù Cristo!”
Il Vescovo ha concluso la sua omelia rivolgendo l’augurio ai presenti di crescere nell’entusiasmo del nostro servizio, trasmettendo la carica che abbiamo nel cuore che ci viene dalla gioia della resurrezione di Cristo.

Durante l’assemblea di primavera sono stati eletti i nuovi incaricati:
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– Anna La Cioppa Branca L/C
(vedi scheda)

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– Aldo De Dominicis
(vedi scheda)

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